martedì 23 giugno 2015

I CONSIGLI DI.... DANIELA

Continua l'interessante rubrica degli "Imperdibili". Questo mese è il turno di Daniela.
Senza induglio vi presento i suoi tre libri preferiti!!!

Fiorirà l'aspidistra di George Orwell


Dovremmo leggerlo tutti intorno ai 27-30 anni, ci assomiglia così tanto. Pochi di noi sono arrivati ai fatidici 30 senza problemi e con scioltezza. Pochi di noi non hanno vissuto la famosa “crisi dei trentanni”.
Orwell è maestro nel descrivercelo, anche se questo è considerato un romanzo minore, si percepisce tutto il futuro che scriverà.

la famiglia Moskat  di Isaac B. Singer


Per quanto un bel tomo di più di 500 pagine è un romanzo coinvolgente e interessante. Dal punto di vista culturale e storico, fedele alla vita di quel periodo ma raccontato all'interno della famiglia. Un libro che non può mancare.


La ballata di Iza di Magda Szabò


Ho rivissuto emozioni seguite alla morte della mia nonna, con la certezza ormai compresa che anche lei aveva sofferto moltissimo quando la figlia (mia madre) ha chiuso definitivamente la sua casa e l’ha portata a vivere con sé, ormai troppo anziana per autogestirsi ma troppo viva e vitale per essere “badata” in casa sua da estranei. La protesta velata della nonna era contro la noia delle giornate e chiedeva continuamente di poter fare qualcosa di bello per passare il tempo, ma il suo prodigarsi nel fare i letti di tutti, a far da mangiare o altri lavori di casa cui si era dedicata tutta la vita, veniva visto con irritazione da mia madre, che non tollerava (lei così precisa e ordinata) di vedere i letti fatti un po’ sghembi, i pranzi troppo grassi per i suoi gusti, ecc. ecc. Nemmeno le sue lunghe chiaccherate con le vicine (curiose e pettegole secondo mia madre) erano tollerate perché c’era sempre la possibilità che la nonna raccontasse qualcosa di troppo privato che generalmente mia madre teneva all’interno della propria famiglia. La difficoltà inoltre nell’accogliere, in una casa con la distribuzione dei ruoli già collaudata, una persona nuova, ha portato senz’altro ad una confusione generale mal tollerata. La storia della nonna non è finita tragicamente come quella di Etelka, ma restano le domande più intime sul nostro modo  di scombinare così fortemente gli ultimi anni della vita delle persone a noi più vicine arrogandoci il diritto di sapere cosa è meglio per loro o pretendendo che cambino totalmente i loro ritmi e le loro occupazioni senza rispettare i loro sentimenti e i loro bisogni di poche ma importanti certezze.
Iza poi è così brava e perfetta da non capire che Etelka era più legata all’ex marito di Iza che a lei, sua figlia. Così sicura di aver fatto sempre le cose giuste da rimanere offesa quando l’ex marito le fa notare la sua incapacità di amare e le ricorda che anche lui se ne è andato perché cercava un affetto profondo e vero piuttosto che una posizione sociale più importante ed uno standard di vita moderna.
Un libro bellissimo, commovente, che pone moltissimi pensieri sulla nostra capacità di amare.
 



mercoledì 10 giugno 2015

Distratti dal cibo... o forse è il libro che...

Comincio subito con il dire che la cena, organizzata da Daniela avvalendosi della professionalità di un ottimo catering, era deliziosa.
Abbiamo mangiato davvero bene e abbiamo pagato una cifra assolutamente contenuta!
E poi io adoro la cucina etnica, quei sapori esotici e speziati mi fanno letteralmente impazzire!!!!
Forse distratti dall'ottimo cibo e dalle chiacchierate amene, la discussione del libro è stata abbastanza sterile: bello, mi è piaciuto, non mi è piaciuto, così così...
Nel complesso il libro ne è uscito senza infamia e senza lode. Forse i libri belli, interessanti ma non bellissimi suscitano discussioni abbastanza piatte. Vuoi mettere quelle discussioni accorate di libri che o ami o odii!!!
Fatto sta che non ricordo quasi nulla di quello che ci siamo detti ieri sera approposito del romanzo LA MASSERIA DELLE ALLODOLE di Antonia Arslan.


Catia ha fatto fatica all'inizio, Claudio ha trovato pesante il finale e abbastanza noioso tutto il romanzo, nemmeno la loquacissima Cristina si è dilungata più di tanto nella discussione del romanzo in questione (e non mi aiuta nemmeno con Anobii, visto che non ha lasciato nemmeno un commento), Stefania e Rita l'hanno apprezzato... o forse no, Marilaura si aspettava qualcosa di più, più storia, più fatti, a Daniela è piaciuto e ci consiglia di guardare anche il film, Maria non l'ha letto.
E io? Non ricordandomi la discussione di ieri posso parlare per me.
La prima volta che lo lessi, circa sei o sette anni fa, la storia tremenda dell'eccidio degli armeni del 1915, le sue dinamiche, la sua crudeltà, avevano preso il sopravvento e al tempo diedi al libro un voto molto alto. La rilettura ha messo in luce quei difetti che l'emotività aveva celato. Soprattutto l'ultima parte, a mio avviso, sembra una storia di avventura per ragazzi, con dame francesi che cercano l'emozione nell'avventura, carrozze con doppio fondo, una città che continua nelle sue frivolezze senza quasi accorgersi dei miasmi di morte che appestano le sue porte, e poi finti malati e veri medici, estremi sacrifici, e finalmente la salvezza.... ma il tutto viene descritto velocemente, in fretta, concludendo in poche righe una storia che avrebbe meritato un finale un po' più introspettivo.
Come accade spesso nelle mie letture degli ultimi tempi, le vere eroine sono le donne: donne belle, coraggiose, generose e piene di grazia nonostante la tragedia che le schiaccia e le uccide.
Presenti alla serata: io (Francesca), Catia, Claudio, Rita, Marilaura, Daniela, Maria, Cristina e Stefania.

Su Anobii non ho trovato nessuna recensione ne' da Stefania ne' da Cristina, che di solito le lasciano sempre. Se lo dovessero fare nei prossimi giorni provvederò ad aggiungerle qui.

E infatti, ecco qui  il commento di Cristina e il mio.

CRISTINA:
Secondo me non ha molto senso valutare questo libro nella sua qualità letteraria. Il lettore, se appena è dotato di un poco di empatia, si lascerà travolgere dalla tragedia, e lascerà perdere la forma.
Di buono ha sicuramente che è scritto in maniera asciutta e non ci sono descrizioni particolarmente cruente delle violenze perpetrate su questo popolo. Proprio per questo risulta efficace: la violenza e la crudeltà le immagini e il loro impatto è maggiore, e più profondo.
Purtroppo non ha nulla di storico: rimane il racconto della tragedia di una famiglia più che di un popolo. Emblematica, sicuramente, ma non esaustiva sui motivi politici e economici che stanno dietro a questo genocidio di cui non si parla mai.
Nel mio caso, che sono lettrice che si affeziona ai personaggi, la lettura ha lasciato poco: sono, secondo me, tutti poco approfonditi e mancano di personalità. Del resto la Arslan trascrive i racconti del nonno e degli altri familiari, ascoltati da bambina, e aggiunge poco di suo, non so se per scelta stilistica o perchè riteneva che fosse meglio così. In questo modo il romanzo resta asciutto nella forma, ma manca secondo me di quel qualcosa in più che lo avrebbe reso vivo e indimenticabile.


FRANCESCA:
La rilettura mi ha vista evidentemente più fredda rispetto a ciò che andavo leggendo. Se la prima volta la crudezza della storia aveva nascosto tutto il resto, stavolta mi sono resa conto di alcune povertà nel linguaggio e anche di alcuni difetti di forma, soprattutto nella parte finale del libro.
Resta comunque un ottimo romanzo che racconta, senza approfondire dal punto di vista storico, una delle pagine più tragiche della storia del 20° secolo vista dal punto di vista di una famiglia armena che vive tranquillamente in una piccola cittadina dell'Anatolia.
Tre stelle e mezzo


E adesso veniamo al prossimo appuntamento.
E' stato estratto il mio nome e io ho proposto come lettura del mese SE UNA NOTTE D'INVERNO UN VIAGGIATORE di Italo Calvino.


Ci incontreremo MARTEDI' 7 LUGLIO alle ore 20.00 a casa di Daniela.

A presto e BUONE LETTURE A TUTTI
Francesca