giovedì 1 gennaio 2015

BUON ANNO... e recensione ritardataria!!!

Perdono... perdono... perdono...
Sono in ritardo, lo so ma le feste, il Natale, un viaggio dai miei suoceri, il cenone di San Silvestro e tutto il resto mi hanno fatto un po' andare nel pallone.
Intanto non posso non fare a tutti i miei più sinceri auguri di Buon Anno. Che il 2015 veda la realizzazione dei vostri desideri e dei vostri sogni più arditi!!!

Detto questo, passiamo finalmente a parlere della serata del 16 dicembre.
Intanto segnalo immediatamente l'ingresso nel gruppo di un nuovo membro: Katia.
Katia ci ha trovati proprio grazie a questo blogghino e la cosa non può che farmi felice. Spero davvero che possa continuare ad essere dei nostri!!!
Presenti all'incontro: Maria (con un buffissimo cappello natalizio), Cristina, Marilaura, Rita, Monica, Stefania, Daniela, Katia ed io (Francesca).
Il romanzo in esame era IL CAFFE' DELLE DONNE di Widad Tamimi.


E' passato troppo tempo e non mi ricordo che cosa esattamente ci siamo dette approposito di questo libro (ecco perchè queste recensioni dovrebbero essere fatte subito!!!) ma certamente quello che ricordo è in sintesi questo: libro bello (è piaciuto quasi a tutte), stile piacevole, protagonista assolutamente insopportabile, infantile e rompiballe.
Passo quindi immediatamente alle recensioni scovate su Anobii.

Cristina 3 stelline
Un altro libro di maternità negata, che è Venuto al mondo due - la vendetta?
Arrivo dalla lettura (travagliata e lasciata incompleta) di Venuto al mondo della Mazzantini e confesso che appena la protagonista manifesta il desiderio di avere un figlio avrei mollato volentieri il libro nella raccolta indifferenziata. Poi ho perseverato nella lettura: in fondo i primi capitoli mi sono piaciuti, e poi non è che mi posso presentare di nuovo alla cena del Club di lettura senza aver finito il libro, no? Con Venuto al mondo ero giustificata dall'insostenibile pesantezza dello stile e dalla urticante protagonista. Qui almeno lo stile è lineare e semplice. Non posso dire altrettanto della stronzissima protagonista, purtroppo. Qamar vive tra due mondi: figlia di un immigrato giordano venuto in italia per studiare è stata educata in Italia, ma passa le sue estati ad Amman, con la famiglia paterna, dove viene trattata come una piccola principessa (e ci sciala in questa sua presunta superiorità). Passa così l'infanzia idealizzando l'ambiente in cui vivono i suoi nonni e i parenti, che sembra un mondo di favola. Poco importa che le cugine si sposino a 15 anni se non prima, e che vengano sistematicamente picchiate dai mariti quando questi sono nervosi. Il risveglio arriva brusco con l'adolescenza, momento in cui le vengono per la prima volta messi dei limiti, perchè è donna, ormai, e si deve comportare di conseguenza. Ovviamente Qamar, viziata, abituata a ben altra vita, sclera: non parla, non gioca, non comunica, perchè sono tutti brutti e cattivi e la tengono prigioniera, lei povera principessa in esilio. Fortunatamente la prima cotta (ovviamente per un cugino, tutte abbiamo la prima cotta per il cugino figo) ammanta di nuovo tutto di magia, e la Giordania, Amman, ritornano a essere - infantilmente - il regno magico.
Incontriamo Qamar in Italia, ormai adulta, con un lavoro che non la soddisfa (ma va?) e un fidanzato che la adora, e sembra andare tutto bene, nonostante un rapporto non ben definito con la madre (che non sono sicura sia giordana o italiana ma non mi va di rileggere il libro per capirlo) e un padre assente sempre via per lavoro.
Poi la tragedia: l'orologio biologico si sveglia e Qamar vuole, disperatamente vuole, un figlio. La tafila è la solita: aborto, prognosi infausta, sviluppo di una serie impressionante di paturnie e egoismi, tutti gettati sul compagno che certo, lui mica soffre per la perdita del bambino, lui! Su tutto l'invidia divorante verso le altre donne, verso quelle che i figli li possono avere. La speranza dell'adozione, purtroppo rifiutata da Giacomo che invece di adottare non se la sente, la crisi con lui che non la capisce perchè lei è di un'altra cultura (sottociuto: io sono meglio, che vuoi capire tu) e il rifugiarsi nel ricordo idilliaco del passato, dell'infanzia, perchè Qamar di fronte ai problemi, dalla bambina viziata che è, scappa.
Ora una precisazione: capisco il dolore di chi perde un figlio, i sogni che hai, l'amore per questa persona in divenire, l'infinita sofferenza della perdita. Ma l'invidia divorante quella spero di no, di non capirla mai, perchè non c'è nulla di più brutto dell'invidia e del rancore.

Il ritorno alla realtà è a opera del primo - mai dimenticato? - amore. E qui davvero l'idealizzazione del passato della protagonista tocca il fondo: con i sogli di amore eterno con il cugino che però non è lui, è una idealizzazione infantile di non si sa chi.
Il ritorno ad Amman (non a caso fatto avvenire in inverno) mette Qamar di fronte alla realtà della vita in Giordania, ma le fa anche riscoprire valori e affetti che la patina rosa che aveva suglio occhi non le permetteva di vedere.
La principessa scende - un poco - da trono, e rivaluta le cose che dava per scontate. Purtroppo non abbastanza perchè alla fine del libro non mi pare sia del tutto cresciuta: credo che la convinzione che tutto debba andare come vuole lei sia sempre li.
Tutto sommato il libro non mi è dispiaciuto, e gli do tre stelle nonostante la protagonista stronza. A bilanciare i personaggi che mi sono piaciuti: il nonno e la nonna, Leila, la madre e la sorella di Qamar, soprattutto Giacomo, dolce e gentile e votato alla santità con una cretina simile come moglie.

Ops... non ne ho trovate altre, a parte la mia che trovate più sotto.
Meno male che c'è la loquacissima Cristina che spesso e volentieri salva la situazione!!!

Francesca 4 stelline
La protagonista è una donna in bilico tra due culture diversissime e non riesce a decidere a quale è più legata. Italianissima eppure con il cuore ad Amman, prende decisioni sciocche ed infantili e spesso si nasconde dietro questo suo essere araba e quindi diversa. Non è un bel personaggio e quasi nessuna delle sue non-scelte è stata da me condivisa, ma nonostante l'irritante protagonista il romanzo mi è piaciuto. Ho molto apprezzato lo stile pulito e fresco, estremamente piacevole. È curioso che i due personaggi che ho più apprezzato sono Giacomo e Leila, il primo autenticamente italiano, la seconda profondamente araba.

Nel corso della serata ci siamo scambiati i libri di Natale e mi sembra che, nonostante la casualità, eravamo tutte molto soddisfatte.
E per finire, prima degli auguri di Buon Natale e Buon Anno, i baci e gli abbracci e altre amenità, abbiamo estratto il libro per il prossimo incontro e l'incombenza è ricaduta su Marilaura che ha proposto CANALE MUSSOLINI di Antonio Pennacchi.
Il prossimo incontro è fissato per MARTEDI' 13 GENNAIO, stesso posto (Trattoria al Torre di Via Cividale) e stessa ora (19.45 circa).


E con questo vi saluto, rinnovo ancora una volta i miei auguri per un sereno 2015 e vi auguro tante, tantissime interessanti letture.
A presto

Francesca

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