giovedì 6 novembre 2014

Decanter

Avevano ragione Maria e Stefania: "Resta con me" è un romanzo che ha bisogno di tempo per essere capito, recepito e digerito.
Dopo molti giorni dalla sua lettura, ancora ripenso al bel romanzo di Elizabeth Strout.


Sulle prime il romanzo mi era piaciuto abbastanza ma senza entusiasmarmi. Non riuscivo a trovare le parole per descriverlo, per esprimere con esattezza ciò che mi era piaciuto e ciò che mi aveva lasciata perplessa. A distanza di giorni posso dire che è un romanzo davvero importante. I sentimenti espressi, il modo in cui sono descritti, la gestualità dei personaggi, i rapporti tra le persone, l'ambiente ipocrita e bigotto, ignorante e provinciale... tutto è descritto in modo sublime.
E' un romanzo sul dolore, sull'ncapacità di comprenderlo e accettarlo perchè al dolore bisogna arrendersi, altrimenti non si riuscirà mai a superarlo. E' un romanzo sull'ipocrisia della provincia americana, sulla maldicenza e sui danni che può fare. E' un romanzo sulla semplicità e su quanto possa guarire e risanare.
E' un bel romanzo che va letto lentamente e assaporato, come un buon vino che ti lascia in bocca il suo sapore anche dopo molto tempo che l'hai bevuto.

E adesso le recensioni che ho trovato su Anobii.

CRISTINA (senza stelline)
Non ricordo dove ho letto che il dolore del lutto è come una tana di coniglio, si deve percorrerlo tutto fino in fondo per uscirne.
Al protagonista di questo romanzo accade proprio questo: deve percorrere il proprio dolore fino in fondo, fino ad esporlo davanti a tutti, per poter trovare la forza di crescere e andare avanti.
Gli ambienti sono descritti con amore e delicatezza, ma non senza definizione. I protagonisti, soprattutto Tyler e la figlia Katherine, sono complessi, fragili, dolorosi. Gli altri purtroppo solo brevi pennellate di ambiguità, più ombre che luci, che restano sospesi e, tutto sommato, anche un poco inutili: servono solo per far accadere le cose (brutte) che devono accadere. Del resto questo piccolo paese, tutto spazi grandi e inverni gelidi, è come uno stagno o una pozzanghera. Magari è carino in superficie, ma sotto sotto si annida la stessa cattiveria che appesta il resto del mondo.
Il percorso che porta i parrocchiani di questo piccolo paesino sperduto dalla cieca ammirazione, al bieco pettegolezzo crudele, alla finale - e adulta - accettazione del Reverendo Caskey è ben scritto nella prima parte, troppo rapido e consolatorio nella seconda. Nel mezzo, alla rinfusa, accenni di violenza sessuale, impulsi sessuali non accettati, eutanasia, omicidio e aborto, ma sono temi solo sfiorati.
L'autrice accenna, poi sta al lettore prendere le parti di questa o di quello, comprendere o rigettare i personaggi. La Strout racconta, ma ci evita pareri personali, anche se a volte si rivolge direttamente al lettore. La sua opinione a volte credo di averla compresa, ma la critica è solo sussurrata, inespressa, come la rabbia di Tyler che, fino alla fine, è un personaggio che non vuole nuocere a nessuno, dispiacere a nessuno. Peccato che alla fine chi viene ferito e quasi distrutto siano lui e la figlia Katherine.
Riconosco che è un bel libro, ma le tante, troppe citazioni di salmi, e i tanti, troppi riferimenti a un accidenti di filosofo di cui non saprei scrivere il cognome nemmeno dopo dieci tentativi, me lo hanno reso indigesto. Classico caso di libro giusto, ma momento sbagliato.
Molte volte avrei voluto scuotere Tyler, dirgli di svegliarsi, che i suoi amati parrocchiani erano squali in attesa di sangue fresco, ma purtroppo la Strout così lo ha scritto.
Alla fine crescono lui e i parrocchiani: bene così.

STEFANIA ha dato al romanzo 4 stelle ma non ha inserito alcuna recensione

FRANCESCA (IO - 4 stelline)
Bella scoperta Elisabeth Strout. Mi piace il suo modo di scrivere e soprattutto la sua capacità di far crescere la storia anche attraverso piccoli gesti, particolari, sentimenti vaghi che poi diventano man mano concreti e tangibili. Nel romanzo non succede un gran che, dal punto di vista dell'azione, ma avviene una rivoluzione interiore nel protagonista, una presa di coscienza, una maturazione profonda. L'autrice poi descrive con abilità la bigotta e chiacchierono società americana che vive di pettegolezzi e congetture, di ipocrisia e stupidità, con quel leggero sadismo che fa godere delle disgrazie altrui.
Bello, mi è davvero piaciuto. Quattro stelline piene!!! 

Presenti alla serata: Cristina, Stefania, Marilaura, Maria, Daniela, Monica ed Io (Francesca).

E adesso il romanzo scelto per la prossima volta...
VENUTO AL MONDO di Margaret Mazzantini.


La persona che l'ha proposto è stata Stefania
Ci vediamo MARTEDI' 18 NOVEMBRE alle ore 19.30-19-45 alla Trattoria al Torre di Via Cividale a Udine.

Buone letture

Francesca

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